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venerdì 31 dicembre 2010

Agenda per il 2011.

E' il momento degli auguri e dei buoni propositi.
Noi liberali e moderati della zona di Vignola dobbiamo impegnarci di più. 
Ogni giorno nelle nostre famiglie, a scuola, sul lavoro, in piazza, al bar, dobbiamo dire quello che pensiamo, dobbiamo esporre le nostre ragioni. Non dobbiamo nasconderci. Si nasconda chi ha sempre sbagliato tutto, chi ha fatto del male all' Italia. Non noi, che siamo sempre stati dalla parte giusta.
Poi dobbiamo lavorare di più insieme, dobbiamo organizzarci. Votare bene è ovviamente fondamentale, ma  non basta. Il lavoro e la famiglia sono le prime nostre preoccupazioni, ma molti di noi potrebbero dedicare un po' di tempo anche a rafforzare la presenza del Popolo della Libertà nel territorio.
Dobbiamo costruire  un' immagine pubblica del nostro partito che rappresenti con efficacia e immediatezza le sue radici storiche e culturali, i suoi obiettivi,  i successi del governo Berlusconi nel fronteggiare una crisi difficile e dalle dimensioni globali.
Ma per realizzare incontri pubblici, conferenze, manifestazioni occorre l' impegno dei simpatizzanti, degli amici che in questo modo possono fare molto per difendere i loro ideali, la loro famiglia e il loro lavoro.
Auguriamo a tutti un nuovo anno sereno e pieno di soddisfazioni. Chiediamo anche a tutti  un maggiore impegno per difendere insieme le cose più importanti.

venerdì 17 dicembre 2010

Savignano e Bazzano. Plastica, cave e catrame: gli errori delle amministrazioni di sinistra

Ormai da tempo i cittadini di Savignano e Bazzano  discutono con  passione alcune scelte delle giunte di sinistra.  Si tratta dei noti  casi "ILIP" e "cave-catrame". Decisioni, in realtà prese soprattutto per far cassa, certamente criticabili o, quantomeno, molto discutibili sotto il profilo del rispetto del territorio e delle preferenze dei suoi abitanti. Tanto che la campagna su questi temi ha portato alla vittoria elettorale a Savignano una Lista civica nata per tentare di impedire la realizzazione dei progetti già approvati.
Si riflette però troppo poco su alcuni effetti di questo tipo di scelte amministrative. Si tratta di decisioni che sviluppano oltre misura nei cittadini una visione localistica dei problemi ed una sfiducia nelle istituzioni rappresentative che possono a loro volta costituire un problema di difficile soluzione. Gli errori degli amministratori gettano discredito sulle istituzioni, spingono i cittadini a rifiutare il legame tra comunità locale e le più ampie comunità territoriali, fino alla perdita della consapevolezza di appartenere ad una vasta comunità nazionale.
Cresce un ambientalismo "talebano" i cui eccessi pongono a rischio la indispensabile crescita economica. Può poi risultare trascurata o negata la dimensione globale, internazionale dei principali problemi che ci assillano. Solo le grandi istituzioni rappresentative e la grande politica possono affrontare crisi e problemi dalla dimensione addirittura globale.
Le tradizionali risposte della sinistra, più spesa pubblica e più tasse, non consentono di fronteggiare i problemi di competitività, di produttività e di crescita. Sono anzi concause dell' insufficiente sviluppo. Occorre dunque che anche le amministrazioni locali lavorino per rendere non solo il territorio capace di attrarre nuove imprese ma anche più agevole e produttivo  l' esercizio di quelle esistenti. Le vicende di Bazzano e Savignano dimostrano però che misure di dubbia efficacia ed irrispettose del territorio producono effetti perversi.
Resta da rilevare che non tutto il male viene per nuocere. Molti cittadini che prima non sentivano interesse per l' amministrazione locale ora si informano e partecipano. Si può ragionevolmente sperare che uno sguardo ravvicinato all' attività amministrativa e alle sue difficoltà, dopo le comprensibili reazioni di esasperazione e rigetto, porti ad una più diffusa consapevolezza delle questioni.
E' noto da secoli, addirittura forse da duemila e cinquecento anni, che in una grande democrazia non tutti possono governare, ma tutti hanno il diritto di giudicare e sostituire chi governa. Il cittadino che si interessa alla amministrazione locale, partecipa e si informa, col tempo  diventa un elettore migliore e più saggio.

lunedì 6 dicembre 2010

Cresce il consenso per Berlusconi e il PdL.

La posizione ferma e coerente di Silvio Berlusconi e del PdL a difesa del voto popolare e delle istituzioni libere sta dando i frutti sperati. Gli elettori moderati e liberali, come era prevedibile, concentrano il loro consenso sul presidente Berlusconi e sul Popolo della Libertà. Gli ultimi sondaggi danno in questo senso solide indicazioni:

http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/


Tutti dobbiamo impegnarci in un efficace passaparola. Per far conoscere non solo questa evidente crescita dei consensi ma anche le notizie che dimostrano l' infondatezza di alcune delle più gravi accuse mosse a Silvio Berlusconi, reperibili qui:


http://www.loccidentale.it/articolo/nel+'93+lo+stato+cedette+alla+mafia,+ma+ai+professionisti+dell'antimafia+interessa+solo+il+cav..0099074

http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=30608

http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_05/ciancimino-jr-boss-assegni_43256f82-0041-11e0-861f-00144f02aabc.shtml

Tutti in piedi a difendere la libertà!

venerdì 3 dicembre 2010

Silvio Berlusconi. Lo stile di uno statista.

Ancora conferme di quanto ben sappiamo. La correttezza e l' autorevolezza del presidente Berlusconi  in un resoconto dell' ambasciatore americano Thorne.
Dal sito del senatore Gaetano Quagliariello:

http://www.gaetanoquagliariello.it/node/6816

Wikileaks, la sinistra legga il report sul pranzo Berlusconi-Thorne

Abbiamo sempre ritenuto che i dispacci d'ambasciata devono essere letti per quel che sono, senza caricarli di significati che non hanno. Rispetto a tanto fumo e a tanti pettegolezzi infondati rilanciati in questi giorni, però, sarebbe importante che non passasse inosservato il resoconto stilato dall'ambasciatore americano Thorne dopo un pranzo con il presidente Berlusconi e il sottosegretario Letta, diffuso da Wikileaks.
In esso sono riportate la parole di elogio e di profondo rispetto espresse dalle massime autorità di governo italiane nei confronti dei leader dell'opposizione, segnatamente Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema, e la convinzione di poter giungere a una riforma condivisa della giustizia. Dopo la diffusione di questo report, che a differenza di altri scaturisce da colloqui diretti, sarà forse più chiara la differenza che passa tra considerare l'avversario come tale e ritenerlo invece un nemico da abbattere.
E, soprattutto, sarà evidente a tutti che mentre la sinistra gioisce per la diffusione planetaria di spazzatura di ogni tipo, il presidente Berlusconi e il centrodestra hanno ben chiaro che un conto è la polemica interna, altro è l'immagine del nostro Paese da trasmettere al mondo, senza distinzioni di parte.


venerdì 26 novembre 2010

Non siamo fessi!

Scriviamo ancora su temi che ormai ci provocano la nausea. Tanto grande è il disgusto che proviamo di fronte alla cronaca politica di questi giorni. I responsabili storici dello sfascio italiano non si vergognano più di nulla. Fini, Bersani, Casini... ogni occasione è buona per rendere le istituzioni una palude. Si rovescia la verità. Si provoca senza pudore il discredito del paese all' estero. Si dà voce a chi vuole tornare alla spesa pubblica fuori controllo. Si cerca insistentemente di ribaltare a tavolino il risultato elettorale per costruire il governo degli sconfitti.

http://www.loccidentale.it/articolo/maldestro.0099162

Eppure la verità è testarda. E' di questi giorni una vicenda esemplare. Chi ha ceduto al terrore mafioso allentando la presa del carcere duro sui peggiori criminali? Il governo presieduto dal presidente Ciampi. Il suo ministro della giustizia Conso ha raccontato tutto. Altro che Berlusconi!

http://www.loccidentale.it/articolo/nel+%2793+lo+stato+cedette+alla+mafia%2C+ma+ai+professionisti+dell%27antimafia+interessa+solo+il+cav..0099074

Storia esemplare, appunto. Da prendere a modello per valutare correttamente quanto ci propinano continuamente i giornalisti di regime.
Insomma ci troviamo, noi che lavoriamo, risparmiamo, abbiamo cura della nostra famiglia, amiamo il nostro paese, da una parte, con il presidente Berlusconi. Dall' altra gli sfascisti, chi senza vergogna distrugge, provoca, schizza fango, pensando a noi elettori moderati come a un gregge di idioti, incapaci di individuare responsabilità, a tal punto privi di memoria da dimenticare vandalismi istituzionali, parole, nomi, facce spudorate. No! Noi non siamo fessi! Difendiamo con i denti la nostra libertà, i nostri diritti, la nostra famiglia, il nostro paese, i nostri risparmi di una vita. Non dimentichiamo e non dimenticheremo mai. Non passeranno su di noi per soddisfare le loro meschine ambizioni personali.
Tutti in piedi a difendere la libertà!

sabato 20 novembre 2010

Orientamento agli studi e alle professioni. Dal comune ci aspettiamo di più.

La presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, nel suo recente discorso a Modena, ha toccato anche il problema dell' insufficiente offerta di tecnici qualificati. Ne mancano più di 100.000.
I giovani, soprattutto le ragazze, scelgono i licei e l' università. Ma alla fine di questo percorso scolastico è sempre più difficile ottenere la posizione lavorativa corrispondente.
Le ragioni di questo mancato incontro tra domanda e offerta sono diverse. Ma certamente l' inadeguato orientamento e la scarsa informazione sono molto importanti. Bisogna parlare chiaro a giovani e famiglie: i nostri licei e le nostre università, costosi e con troppi insegnanti, spesso non sono in grado di offrire buone prospettive quanto alla professione ed al reddito. E non solo per la loro inefficienza. Va chiaramente detto che il mercato del lavoro non può assorbire un numero elevato di laureati in materie  troppo lontane dalle esigenze dell' apparato produttivo.
Il comune, dopo la scuola una delle istituzioni  pubbliche più vicine ai giovani ed alle loro famiglie, deve fare di più per indirizzarli a scelte più consapevoli e realisticamente promettenti. Si ha invece l' impressione che le nostre amministrazioni comunali preferiscano la propaganda all' informazione. Quando la verità non porta facili consensi la nostra sinistra preferisce spacciare bugie e illusioni.
Dei tagli ministeriali alla scuola abbiamo già parlato. Abbiamo visto che i tagli  determinano direttamente servizi più scadenti solo in assenza di sperperi e inefficienze. Perchè altrimenti riducendo lo sperpero di denaro pubblico si possono assicurare almeno gli stessi servizi.
Rimane da dire qualcosa sull' educazione dei nostri giovani e sul loro senso civico, di cui sono ancora grazie a Dio largamente responsabili le famiglie. Vediamo troppi edifici scolastici deturpati o addirittura devastati da chi invece dovrebbe frequentarli per imparare. Le riparazioni costano. Quante ore di laboratorio e quanto materiale didattico si perdono o non si possono ottenere per colpa dei nostri imberbi vandali?

venerdì 12 novembre 2010

La posta in gioco.

Gli italiani erano berlusconiani ancora prima dell' impegno politico di Berlusconi e della nascita di Forza Italia.
Perchè da molti decenni i moderati, i liberali, gli uomini e le donne che riconoscono ed apprezzano le radici cristiane della nostra libertà e dei nostri diritti, che pongono al centro dei loro affetti la famiglia, che lavorano duramente e sono preoccupati per i loro risparmi, costituiscono nel paese una solida maggioranza.
Silvio Berlusconi ha riunito i moderati e i liberali italiani, ha dato loro una casa comune capace di essere strumento vincente, prima con la formazione di Forza Italia poi con la costituzione del PdL. Ha dato ai cittadini la possibilità di scegliere il loro governo.
Per questo sinistra e magistrati politicizzati, poteri forti, burocrazia parassitaria e politicanti di professione hanno concentrato i loro attacchi su di lui.

Oggi come sempre dobbiamo partire dai nostri affetti e dai nostri valori. Oggi come sempre sono in gioco la nostra famiglia e il suo futuro, i nostri risparmi, i nostri diritti, la nostra libertà, la nostra sicurezza. La nostra solidarietà con Silvio Berlusconi e la nostra riconoscenza sono atti di fedeltà verso questi nostri valori tradizionali.
Siamo ad un passaggio decisivo della nostra storia. Lo scontro si fa durissimo. Chi è tentato di cedere sappia che così domani la risalita sarebbe più dura. Con Berlusconi collaborano uomini e donne capaci e leali: Frattini, Tremonti, Alfano, Sacconi, Gelmini, Brunetta. Con il presidente costituiscono per noi un solido punto di riferimento politico. Berlusconi non è solo.
Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte. Ognuno di noi fa la differenza. Tutti siamo importanti. Ogni occasione nella nostra giornata deve essere sfruttata per contrastare veleni e menzogne.
Il futuro è aperto. E' nelle nostre mani.
Tutti in piedi a difendere la libertà!

lunedì 8 novembre 2010

Autonomie locali. Nel proprio comune i cittadini imparano a diventare amministratori.

Tocqueville, uno dei grandi padri del pensiero liberale, ha lucidamente spiegato nella Democrazia in America l' importanza delle autonomie locali proprio per la formazione di un cittadino responsabile.
Nell' età della globalizzazione  le nostre democrazie libere sono chiamate a confrontarsi, come sistemi paese, con regimi autoritari, come quello cinese, caratterizzati da un processo decisionale pubblico capace di produrre e realizzare progetti a lungo termine, superando resistenze che noi consideriamo legittime e giustificate.
Esiste insomma un problema di efficienza della democrazia libera, che può essere affrontato con successo solo se i cittadini stessi, che giudicano con il loro voto, acquistano consapevolezza delle vere questioni da risolvere.

E' proprio nei comuni, nelle più modeste manifestazioni  dell' autonomia locale, che il cittadino può imparare ad esercitare la funzione di amministratore pubblico. Può toccare con mano la necessità di fissare sagge priorità, di evitare lo sperpero del denaro pubblico, di conseguire uno stile amministrativo sobrio, che limiti l' intervento pubblico a ciò che i privati non possono o non vogliono fare meglio. E' impossibile raggiungere questi obiettivi senza una reale autonomia finanziaria. Gli amministratori che spendono devono essere tenuti anche a chiedere direttamente ai loro concittadini le corrispondenti risorse finanziarie. Se l' amministratore locale appare "buono" perchè spende, mentre il governo centrale appare "cattivo" perchè tassa e "taglia", una corretta gestione della finanza pubblica è impossibile.
Ma occorre anche un preciso impegno delle forze politiche locali a farsi una concorrenza virtuosa, diretta a conseguire una buona e corretta amministrazione e, appunto, ad avvicinare i cittadini ai  problemi che l' amministrazione stessa quotidianamente incontra. Una democrazia libera si affida al giudizio dei propri cittadini, che in questo modo sono chiamati ad essere essi stessi pubblici amministratori. Essi devono trovare nell' amministrazione locale l' occasione per imparare a svolgere un compito fodamentale.
Perfino il governatore della Banca d' Italia sembra unirsi al coro di chi alza cortine di nebbia per coprire responsabilità e difficoltà:

http://www.loccidentale.it/articolo/lavoro+e+produttivit%C3%A0%2C+anche+draghi+cade+nella+trappola+dei+luoghi+comuni.0098271

Nasca invece dai comuni, dalle circoscrizioni, dai comitati, dalle associazioni una nuova consapevolezza. Siano i cittadini stessi a chiedere quel buon governo che solo può risolvere i problemi che ci assillano e sempre più altrimenti assilleranno i nostri giovani.
L' onestà intellettuale può trasformarsi in buona amministrazione anche nelle democrazie libere. Leggiamo questo articolo del secondo presidente della Repubblica italiana, Luigi Einaudi. Così un grande intellettuale lavora per costruire un grande paese:

http://www.nuovorealismo.it/testi/C2006einaudi_proporzionale.asp


mercoledì 3 novembre 2010

Francamente ce ne infischiamo!

Stampa di regime scatenata. Magistrati attivissimi. Censori di professione che scuotono la testa. Austeri statisti che lanciano proclami per la salvezza della repubblica.

F R A N C A M E N T E   C E    N E   I N F I S C H I A M O  ! ! ! ! ! 

Non accettiamo lezioni di moralità da chi prendeva ordini e soldi dai sovietici, da chi ha devastato le finanze pubbliche e la pubblica amministrazione, da chi ha trasformato la scuola pubblica in una fabbrica di ignoranti, da chi vuole in galera i carabinieri invece dei terroristi e dei mafiosi, da chi non vuole inceneritori e discariche e non fa la raccolta differenziata ma poi si lamenta dell' immondizia che si accumula nelle strade.
Non facciamoci prendere in giro!

Per una controinformazione e una po' di aria pulita andiamo qui:

http://www.legnostorto.com/

http://www.loccidentale.it/ 

http://www.ragionpolitica.it/

http://www.ilvelino.it/ 

venerdì 29 ottobre 2010

Fini maestro di diritto pubblico.

Fini, austero statista, impartisce agli ascoltatori una lezione di diritto pubblico. Dice che i pubblici ministeri sono assoggettati all' esecutivo sotto il fascismo.

http://video.corriere.it/no-pm-assoggettati-esecutivo-come-fascismo/23a333a0-e35f-11df-b688-00144f02aabc

In realtà nella grande maggioranza  delle democrazie occidentali la pubblica accusa è subordinata all' esecutivo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pubblico_ministero

Forse l' on. Fini pensa che Gran Bretagna e Stati Uniti siano regimi fascisti? Eppure il fascismo dovrebbe conoscerlo bene!

Il presidente Fini ha trascorso la sua giovinezza preparandosi a diventare maestro elementare. Nell' interesse del paese forse è il caso che realizzi le sue aspirazioni giovanili.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gianfranco_Fini

http://presidente.camera.it/758?presidente_testo=4

Strano però. Su Wikipedia laurea in pedagogia. Nella biografia ufficiale della Camera laurea in psicologia.
Due lauree, errore o altro?

martedì 26 ottobre 2010

Prepariamoci ad affrontare gli avversari di sempre.

Fini continua il suo gioco allo sfascio. Cerca soltanto il pretesto per il "ribaltone" e/o nuove elezioni. Il presidente Berlusconi compie ogni sforzo per assicurare al paese un governo efficiente ma l' opposizione al rinnovamento delle istituzioni e della società italiane è ogni giorno più dura e spudorata.
Gli avversari sono sempre i soliti. "Poteri forti", magistrati politicizzati, eredi della sinistra antioccidentale e illiberale, politicanti frustrati nelle loro meschine aspirazioni personali.
Si annusano e si accompagnano tra loro i nemici di uno stato leggero al servizio dei cittadini, i fabbricanti impenitenti di debito pubblico fuori controllo e di imposte ingiuste e ingiustificate, i nemici della democrazia che intendono sottrarre ai cittadini il potere di scegliere direttamente il loro governo.

Noi abbiamo già mostrato su queste pagine come affrontare con le idee e con le ragioni della libertà questi avversari in lotta per la sopravvivenza, scatenati contro chi può impedire loro di continuare a devastare il paese.
E' arrivato però il momento dell' impegno diretto, della testimonianza attiva, personale, nelle nostre case, al bar, sul luogo di lavoro, a scuola, in piazza. Mostriamo a tutti che c' è ancora chi difende la libertà, la propria famiglia, il proprio lavoro, il proprio risparmio. E con essi il nostro bellissimo paese, l' Italia.
E' qui, sul nostro stesso territorio, nei luoghi dove viviamo, che possiamo dare il nostro contributo decisivo in un confronto che sarà ancora senza esclusione di colpi.

Su queste pagine continuerete a trovare gli strumenti per smascherare i falsari. Noi ci saremo sempre. Siamo certi che i nostri avversari troveranno pane per i loro denti. Tutti in piedi a difendere la libertà!  

giovedì 21 ottobre 2010

Il presidente Berlusconi suona la sveglia al PdL.

Il presidente Berlusconi ha posto il PdL di fronte alle sue responsabilità. Mentre il governo ha ben operato, fronteggiando la crisi con fermezza ed efficacia, il partito è rimasto indietro. Resta insufficiente il radicamento nel territorio, la presenza tra la gente, la capacità di spiegare e di proporre.
Dobbiamo rispondere al richiamo del presidente. Prima di tutto confermandogli le nostre stima, lealtà, gratitudine e solidarietà. Poi replicando ad acune critiche fatte a Berlusconi anche da autorevoli intellettuali di area liberale.
Si è a lui rimproverato di non aver costruito un solido partito tradizionale e di non aver stimolata la formazione di un valido gruppo dirigente. Ma si tratta di accuse del tutto infondate. Berlusconi ha scelto persone di grande valore per il suo governo. Frattini, Tremonti, Alfano, Sacconi, Gelmini, Brunetta, Valducci.
Hanno dimostrato con i fatti, ogni giorno, capacità e lealtà. Collaborano con il presidente Berlusconi nel governo e sono una grande ricchezza anche per il partito. Costituiscono un solido punto di riferimento politico per militanti e simpatizzanti, al fianco di Berlusconi. 
Che non ha costruito un partito tradizionale per validissime ragioni. Un partito tradizionale sarebbe diventato presto preda di politicanti maestri nel gioco delle tessere, pronti a frapporsi tra il partito stesso e quei cittadini che i politici sono invece chiamati a servire nell' interesse del paese.
Dobbiamo dunque continuare la costruzione di un partito nuovo, leggero, aperto anche all' impegno dei simpatizzanti non iscritti, dove non ci sia posto per politicanti privi di genuine motivazioni ideali. Questo partito nuovo deve mettere solide radici nel territorio, addirittura più dei vecchi partiti.
L' obiettivo di radicare il grande partito dei liberali e dei moderati nel nostro territorio è reso difficile dall' ostilità del potere rosso, della sua rete clientelare, ma anche di tante persone in buona fede. Proprio sulla loro buona fede e sulla loro intelligenza contiamo. Sapranno superare pregiudizi e resistere alla disinformazione, valutando con obiettività le proposte di chi qui più che altrove rappresenta il nuovo, la possibilità di superare un sistema di potere che soffoca insieme coscienze, imprese e lavoro.
Presentiamo la nostra capacità di coniugare modernità e tradizione, il nostro affetto per il territorio che ci ospita unito al rifiuto delle ossessioni identitarie, la nostra attenzione particolare per il lavoro, le imprese, la famiglia. Il consenso non mancherà.

lunedì 18 ottobre 2010

Non dietro il mio giardino, non davanti al mio balcone.

Questo blog si propone non solo l' obiettivo di partecipare al dibattito pubblico della comunità vignolese, ma anche quello di portare la grande politica nella comunità locale.
Siamo infatti convinti dell' interdipendenza di queste due prospettive d' azione e di riflessione.
Vogliamo essere e siamo il movimento politico dei fatti, del tentativo di risolvere i problemi del paese nel segno insieme della modernità e della tradizione.
Uno dei  problemi più pressanti è quello delle infrastrutture. Il paese ha bisogno di nuovi stabilimenti produttivi, di nuove vie di comunicazione, di nuovi strumenti di approvvigionamento energetico e di smaltimento dei rifiuti. Di nuove carceri e comunità di recupero.
La storia degli ultimi cinquanta anni ha visto l' Italia accumulare un pesantissimo debito pubblico. Questo, soprattutto quando la situazione economica internazionale è difficile, limita fortemente le risorse disponibili per le infrastrutture. Sia pure con questi limiti, risorse importanti sono comunque a disposizione.
Ma, e qui torniamo alla riflessione di partenza, spesso tali risorse non possono essere impiegate per l' opposizione delle comunità locali. Chi governa e vuole governare il paese con efficacia e senso di responsabilità ha il dovere della franchezza, di non nascondersi dietro la retorica e gli stratagemmi di corto respiro.
Allora bisogna dire chiaramente che le comunità locali hanno tutto il diritto di pretendere il rispetto delle leggi e la appropriata considerazione delle peculiarità dei luoghi e dei territori. Non si può costruire una centrale nucleare su un territorio a rischio sismico elevato o un rigassificatore nel cuore di una città.
Ma non possono essere accolte quelle richieste che tendono a far prevalere interessi privati e particolari sull' interesse generale. A nessuno fa piacere un nuovo carcere nella zona dove abita. Ma se nessuno vuole un nuovo carcere o un nuovo inceneritore sul proprio territorio queste strutture indispensabili non si costruiranno mai.
Se qualcuno strumentalizza gli istinti egoistici che inevitabilmente sono presenti non c' è che un rimedio. Non votiamolo. Si parla e straparla di moralità dei politici. I politici immorali sono proprio questi che, per conservare o conquistare una poltrona, compromettono il futuro nostro e soprattutto dei nostri figli.

mercoledì 13 ottobre 2010

La Magistratura in una democrazia liberale.

Sulla giustizia il dibattito pubblico è battaglia senza esclusione di colpi. Noi chiediamo che la discussione parta dai bisogni della gente e conduca a riforme efficaci.
I cittadini hanno bisogno di ottenere in tempi ragionevoli decisioni fondate su norme certe e comprensibili. Non vogliono che i governi da essi scelti siano colpiti dall' azione di pochi magistrati politicizzati che intendono determinare l' indirizzo politico del paese.
Quali riforme? Bisogna prima di tutto vedere cosa succede nelle altre grandi democrazie occidentali.
Se guardiamo come si fa giustizia negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Svizzera, in Olanda notiamo prima di tutto una più netta distinzione tra pubblica accusa e magistrati che decidono le controversie. Poi una effettiva responsabilità dei magistrati. Poi ancora accorgimenti per evitare che la Magistratura diventi un corpo chiuso, completamente autoreferenziale, non coordinato con gli altri organi e poteri dello stato. Ed infine possiamo osservare lo sforzo di dare certezza alle regole da applicare, affinchè tutti sappiano come regolarsi nei loro comportamenti quotidiani.
E le leggi "ad personam"? C' è una disposizione nel codice penale italiano che vieta e punisce l' omicidio, anche quello del presidente Berlusconi, ovviamente. Dobbiamo considerarla una norma "ad personam"?
Su queste faccende la nostra sinistra ci ha presi in giro con suggestivi discorsi su separazione dei poteri, tradizione liberale, grandi maestri di pensiero.
Due cose soltanto, per mettere la pulce nell' orecchio.
Le altre vecchie democrazie liberali. L' Olanda è tra queste una delle più antiche e solide. Se andate sul sito della sua ambasciata in Italia, nella parte che illustra le istituzioni olandesi,  potete leggere queste parole:


 "Il primato della rappresentanza popolare è dimostrato sia dall'assenza di una corte costituzionale che possa esercitare il controllo della costituzionalità delle leggi sia dal fatto che il potere esecutivo deve ottenere la fiducia dal Parlamento".

http://www.olanda.it/Paesi_Bassi/Paesi_Bassi/L_ordinamento_dello_stato_olandese/La_democrazia_rappresentativa
                                          
Poi il vecchio Montesquieu, citato a sproposito per difendere una magistratura costituita in corpo chiuso e totalmente autoreferenziale.
Ebbene Montesquieu, al contrario, auspicava tribunali temporanei, formati da giudici popolari non professionisti, idonei a formare un "potere invisibile e nullo" che non si impadronisca di compiti da riservare al legislatore.

http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=26749&Itemid=29

Ancora una volta ricordiamo che per difendere la libertà in Italia bisogna avere buona memoria ed uno spirito critico sempre vivo.

lunedì 11 ottobre 2010

Alpini italiani.

Oggi i funerali dei quattro alpini morti in Afghanistan per il nostro paese. Li onoriamo con il nostro affetto e con la nostra stima. Sono i figli migliori dell' Italia. Nei loro visi la tranquilla certezza di aver fatto la scelta giusta, quella di servire il paese senza riserve. Indichiamoli ai nostri giovani come un modello alto, grande, che rimane nel tempo.

venerdì 8 ottobre 2010

Privatizzare la RAI? Una truffa!

Ancora un caso italiano, da meditare attentamente. Dal finiano on. Della Vedova la proposta, già sentita tante volte, di privatizzare la RAI.
I liberali dovrebbero accogliere la proposta con entusiasmo. Sì, ma in un paese normale. In Italia, in questo modo, al posto della RAI lottizzata ma pluralista, avremmo una RAI consegnata alla sinistra ed ai cosiddetti "poteri forti". 
Dalle nostre parti perfino le idee liberali vengono utilizzate a scopo truffaldino. Siamo nel luogo dove tutto non è come sembra. Non è un paese per ingenui.

sabato 2 ottobre 2010

Ora i fatti! Dopo sarà troppo tardi.

Mentre purtroppo qualcuno toglie la pistola dalla naftalina e tenta di passare dalla violenza delle parole a quella delle pallottole noi non ci nascondiamo ed affrontiamo i problemi veri del paese.
Due parole bastano per presentarli: produttività e competitività. Come nelle altre economie avanzate interi settori produttivi rischiano letteralmente di traslocare, di essere trasferiti in altre regioni del mondo, dove i fattori della produzione risultano più convenienti.
Cosa fare? Non pretendiamo certo di indicare soluzioni definitive. Ma per destare l' attenzione, che è il nostro obiettivo immediato, è sufficiente non temere di risultare sgradevoli.
Ed allora diciamo francamente che certe speranze si riveleranno illusioni. 
Già ora in Cina, India e Brasile la scuola sforna ottimi ingegneri, chimici, biologi, ricercatori e tecnici. E la creatività, l' intelligenza creativa, non sono un privilegio di noi italiani ma una prerogativa dell' umanità intera. Presto anche in quei grandi paesi emergerà il nuovo, da ogni punto di vista.
Certo Venezia, Roma, Firenze, Capri saranno sempre visitabili solo in Italia. Il turismo è una preziosa fonte di reddito nell' età della globalizzazione. Dobbiamo puntare su di esso. E fare molto di più e meglio.
Senza dubbio certe produzioni di qualità sono legate ad un territorio. I produttori del nostro buonissimo aceto balsamico tradizionale, dei nostri lambruschi, delle nostre ciliege, del nostro parmigiano reggiano, per fare esempi che ci toccano direttamente, vanno difesi ed aiutati.
Ma davvero turismo e produzioni di qualità legate a determinati territori potranno offrire opportunità alla maggioranza dei nostri giovani? A tutti quei cervelli che emigrano in cerca di ambienti più favorevoli? Realisticamente non possiamo immaginarlo.
E allora arriviamo al nocciolo duro, ruvido del problema. Come fornire ai nostri imprenditori motivi importanti per produrre qui e non altrove? Come dare ai capitali in cerca di impiego ragioni per fermarsi da noi, per innescare sviluppo e creazione di nuova ricchezza?
Gli enti locali, comuni, province e regioni, hanno responsabilità importanti. Sono parte integrante del problema. Essi sono chiamati ad una maggiore efficienza ad un minor costo.
Troppa burocrazia, inefficienza, spese destinate alla conservazione di un sistema di potere che soffoca lo sviluppo.
 I nostri imprenditori chiedono di essere posti nelle condizioni di confrontarsi almeno alla pari con i loro competitori. Non avranno risposte da chi si è sempre preoccupato di dividere torte, non di produrne di nuove.

lunedì 27 settembre 2010

Tagli alla spesa pubblica. Spendere meglio per spendere meno.

Gli effetti della crisi si sono aggiunti alla preoccupazione per l' imponente ammontare del debito pubblico. E' diminuita la base imponibile. Nuove spese sono diventate inevitabili.
Altrettanto inevitabili sono stati i tagli che Governo e Parlamento hanno dovuto adottare.
Anche gli enti locali hanno dovuto fare i conti con limiti sempre più stretti nell' autonoma gestione finanziaria e con minori trasferimenti dal governo centrale.
Però le numerose proteste seguite, tra cui quelle dell' Amministrazione comunale di Vignola, ci sembrano spesso viziate da un grave errore. Non è infatti corretto imputare direttamente ed automaticamente alle minori risorse finanziarie la riduzione dei servizi prestati ai cittadini.
Si dà infatti così per scontata una circostanza che scontata non è. Che cioè non ci siano sprechi ed inefficienze da eliminare. Ed invece noi pensiamo  che gli sprechi di denaro pubblico ci siano e siano tanti. Essi, nella nostra zona, sono necessari  per conservare un sistema di potere locale che l'assenza di alternanza ha fatto diventare un peso ormai insopportabile per il territorio.
I cittadini sappiano che Tremonti non è responsabile dello sperpero del loro denaro che  i nostri amministratori locali realizzano.
E' ormai frequente la denuncia mediatica di penose situazioni come la penuria di carta igienica nelle nostre scuole. Forse risparmiando i quattrini che gli uffici stampa delle nostre amministrazioni comunali utilizzano per una propaganda faziosa assisteremmo al miracolo della ricomparsa della carta igienica nei bagni frequentati dai nostri bambini.

sabato 25 settembre 2010

Chi non vuol lavorare neppure mangi.

Tra noi ci sono non credenti e cattolici. Consideriamo questo stare insieme un bene prezioso.
Circolano sui cattolici bufale colossali. Scoprendo la verità possiamo vedere le ragioni di una  collaborazione ovvia, naturale. Tra le tante ne scegliamo tre:

- La Chiesa ha tollerato il nazismo, ha taciuto quando la denuncia era doverosa.
  No! Non è affatto vero. Tra regime nazista e Chiesa cattolica il conflitto fu aspro, durissimo. 
  Se non conoscete già questo documento probabilmente sarà una lettura sorprendente:

      http://it.wikipedia.org/wiki/Mit_brennender_Sorge



- La Chiesa si oppone al progresso scientifico. E' nemica della scienza.
  No! E' falso. Più di tante chiacchiere vale considerare un argomento molto dibattuto, l' evoluzionismo.
  Qui papa Giovanni Paolo II afferma che l' evoluzionismo è compatibile con la fede cattolica e lo presenta come una teoria scientifica ben corroborata:



http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/messages/pont_messages/1996/documents/hf_jp-ii_mes_19961022_evoluzione_it.html


- Ed infine il buonismo irresponsabile, incompatibile con una società ben funzionante. Davvero questo deve essere l' atteggiamento dei cristiani?
Lasciamo rispondere direttamente san Paolo (Tessalonicesi 2):

http://www.vatican.va/archive/ITA0001/__PYY.HTM

"Chi non vuol lavorare neppure mangi"!     

mercoledì 22 settembre 2010

Cambiamo passo.

Parliamoci chiaro. Non stiamo facendo del nostro meglio. I telegiornali ci presentano un teatrino della politica che ci scoraggia. Quelli che sembravano amici si sono rivelati nemici. La strada da prendere sembra incerta.
Cosa fare? Bisogna tornare ai semplici forti ideali della discesa in campo di Silvio Berlusconi, della costituzione di Forza Italia. Occorre ritrovare quell' entusiasmo, quel coraggio di presentare le nostre idee tra la gente, al bar, in piazza, al lavoro.
Abbiamo espresso governanti di grande qualità. Con il presidente Berlusconi ogni giorno i ministri Tremonti, Frattini, Sacconi, Gelmini, Brunetta, Alfano lavorano duramente per fronteggiare una crisi che lo stesso Tremonti aveva nei suoi libri prevista da tempo.
Non abbiamo voluto noi questa globalizzazione impetuosa e senza regole. E' un fiume in piena che può travolgere chi non lo affronta con il massimo impegno. Noi fondiamo il nostro ottimismo sulle nostre tradizioni, sulle nostre radici. Non ci riconosciamo nei miti di cartapesta e negli stravaganti simboli che anche qualche amico ci propone. Le tradizioni che ci rendono forti sono quelle vere, solide, che abbiamo imparato ad apprezzare nelle nostre famiglie, in chiesa, in piazza, con chi conosciamo da sempre.
 Da qui partiamo per affrontare ma anche accogliere il nuovo, che spesso non abbiamo scelto. Con il nuovo dobbiamo fare i conti. Solo da esso possono venire quelle opportunità che i giovani ci chiedono.  Noi amiamo le nostre vie, le nostre piazze, i luoghi che ci hanno visti crescere. Ma essi non sono la nostra ossessione. Non ci impediscono di pensare al futuro dei nostri figli. Non devono diventare il recinto in cui far crescere povertà ed ignoranza.
Al lavoro dunque. Il futuro è aperto. 

lunedì 20 settembre 2010

"Come uscire dalla crisi economica". Ma in che mondo vivete?

Mercoledì 22 settembre le due liste Vignola Cambia  e Città di Vignola promuovono un incontro pubblico sul tema “Come uscire dalla crisi economica”.

Le economie più avanzate faticano ad uscire dalla crisi. Il nostro territorio è segnato dalle nuove difficoltà che si aggiungono ai vecchi problemi.
Cosa possono fare le amministrazioni locali? Questo incontro pubblico sembra riproporre i soliti errori, le solite ricette suggestive, inconcludenti, controproducenti.
Nuova spesa pubblica, nuovi fantasiosi progetti, vecchia insensibilità alle esigenze reali degli imprenditori che già operano sul territorio e di chi desidera aprire nuove attività.
Due parole mancano nel vocabolario di questa sinistra delle chiacchiere e del debito: produttività e competitività. Qui si decide il presente ed il futuro delle nostre imprese.
Cosa intende fare la nostra amministrazione locale per consentire ai nostri imprenditori di essere più competitivi? Come ridurre la burocrazia? Come fornire servizi più efficienti? Come chiedere meno tasse locali?
Aspettiamo dalla sinistra del territorio risposte a queste domande. Questo chiedono i nostri imprenditori, anche dei quali rappresentiamo gli interessi e  facciamo nostre le aspirazioni.




venerdì 17 settembre 2010

Teatro Fabbri di Vignola. Per capire solleviamo lo sguardo.

Si discute ancora del Teatro Fabbri di Vignola. Ma, anche in questo caso, per capire cosa abbiamo sotto gli occhi guardiamo un po' più lontano.
A Modena l' appuntamento ormai tradizionale con il grande Festival della filosofia. Come sempre una raffinata operazione di propaganda per la sinistra, per i suoi intellettuali militanti, per la sua ideologia ormai rattoppata e farraginosa. Questa volta il pensiero liberale fa capolino con uno dei più lucidi intellettuali italiani, Angelo Panebianco. La classica foglia di fico per tentare di coprire l' uso fazioso del denaro pubblico o destinato al pubblico.
Ascoltate qualche lezione in giro per Modena e dintorni e capirete di cosa stiamo parlando.


http://www.festivalfilosofia.it/2010/?mod=home&PHPSESSID=aed3948e117974e869e9018ba63cf041

Nulla di nuovo, per carità.
Il maestro insuperato di questo tipo di operazioni, Willi Munzenberg, se n' è andato da un pezzo, non nel suo letto.


http://it.wikipedia.org/wiki/Willi_M%C3%BCnzenberg


Questa è la politica culturale della sinistra. Allora come dare torto ai Fabbri, che hanno voluto spendere i loro soldi per tutti e non solo per qualcuno, che magari non lo merita?

giovedì 16 settembre 2010

Casi italiani.

Non pochi italiani vorrebbero lasciare ai magistrati inquirenti la gestione della nostra democrazia. E' noioso e difficile discutere di massimi sistemi.
Meglio un caso concreto, da esaminare con il rigore e con l'attenzione con i quali Charles Darwin studiava i fringuelli delle Galapagos. Ciriaco De Mita e Arnaldo Forlani sono stati due importanti politici democristiani.
Presidenti del Consiglio e segretari della Democrazia Cristiana, si sono alternati in questi stessi ruoli più o meno nello stesso periodo.
I magistrati di "Mani pulite" procedevano applicando a politici di questo rilievo il principio "non poteva non sapere". Ma se confronterete attentamente il destino giudiziario, umano e politico delle figure di cui stiamo parlando resterete sorpresi.


http://it.wikipedia.org/wiki/Ciriaco_de_Mita

http://it.wikipedia.org/wiki/Arnaldo_Forlani


Lasciamo a voi indovinare quali meriti particolari sono stati riconosciuti all' "intellettuale della Magna Grecia".

Senti chi parla.

Recentemente a Torino, proprio ad una manifestazione del Partito democratico, Schifani e Bonanni non sono riusciti a parlare. Atti di violenza verbale e fisica di questo tipo si ripetono sempre più spesso.
Gruppi di violenti ritengono di poter esercitare il loro diritto a manifestare il proprio pensiero impedendo agli altri di manifestarlo.
Gli esponenti del Partito democratico si dissociano e condannano. Ma sono in in realtà corresponsabili di questa perversione profonda della tradizione democratica italiana. Sono loro stessi a coltivare la cultura politica dell' odio e del disprezzo che pervade ormai perfino l' informazione e lo spettacolo italiani.
Purtroppo quando si prende questa strada è sempre più difficile tornare indietro. Si resta prigionieri della propria propaganda. Ogni tentativo di correggere la rotta è percepito dai militanti come un vero e proprio tradimento.
Possiamo difendere i nostri diritti soprattutto con il nostro voto. Continuiamo a sorprendere chi non si accorge della propria arroganza e della propria stupidità.

domenica 12 settembre 2010

UN PENSIERO PER L' 11 SETTEMBRE

Ricordiamo l'11 Settembre, con il pensiero di una donna straordinaria.

ORIANA FALLACI

....La sua passione, o la precisione della sua visione, non deve andar persa: «Tutti. Giovani, giovanissimi, vecchi, di mezz’età. Bianchi, neri, gialli, marroni, viola... Li avete visti o no? Mentre Bush li ringraziava non facevano che sventolare le bandierine americane, alzare il pugno chiuso, ruggire: Usa! Usa! Usa! In un Paese totalitario avrei pensato: "Ma guarda come l’ha organizzata bene il Potere!". In America, no. In America queste cose non le organizzi... Il fatto è che l’America è un Paese speciale, caro mio. Un Paese da invidiare, di cui esser gelosi... Lo è perché è nato da un bisogno dell’anima... e dall’idea più sublime che l’Uomo abbia mai concepito: l’idea della Libertà, anzi della libertà sposata all’idea di uguaglianza».....

per il testo completo dell'articolo, Vi rimandiamo all'indirizzo qui di seguito.

http://www.loccidentale.it/articolo/a+bagdad+in+carro+armato,+l'ultimo+desiderio+di+oriana+fallaci.0095510

Scuole elementari di Vignola. L' educazione alla libertà? Non l' ha tagliata la Gelmini.

Chi ha assistito al rito della presentazione dell' anno scolastico nelle scuole elementari Aldo Moro di Vignola non ha trovato nel programma presentato le novità che tanti genitori aspettano.
Non ci sono, ad esempio, tracce di una indispensabile correzione di rotta nella formazione storica e civica dei nostri figli. Tra le visite organizzate vediamo infatti quelle a Villa Martuzzi e ad al Museo di Fossoli.
E' davvero importante che i nostri giovani conoscano i crimini compiuti dai nazisti e dai fascisti. Ma spesso si instilla nelle loro menti una chiave di lettura delle tragedie e dei crimini del Novecento gravemente fuorviante. Si tende infatti a risolvere tutto nella contrapposizione tra fascismo ed antifascismo.
Ma antifascista fu, anche se non sempre, il comunismo sovietico. Una grande parte del totalitarismo novecentesco, quella appunto rappresentata dai regimi comunisti, viene così nascosta sotto il tappeto del dualismo fascismo-antifascismo.
La sinistra italiana egemonizzata dai comunisti ha responsabilità gravissime. Per lunghi decenni ha ricevuto soldi ed ordini dai comunisti sovietici. Gli stessi che eliminavano l' opposizione con i gulag, gli omicidi politici, le torture, il trattamento psichiatrico dei dissidenti. Gli stessi che schiacciavano nel sangue la Rivoluzione Ungherese e la Primavera di Praga. Gli stessi che minacciavano le città italiane con armi nucleari dalla potenza apocalittica.
Ancora negli anni tra il 1973 e il 1979, mentre Berlinguer faceva della questione morale una bandiera, i comunisti italiani hanno ricevuto dai sovietici soltanto come finanziamento diretto 32-33 milioni di dollari.
Ed ancora tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta i nostri comunisti, uniformandosi alle direttive sovietiche, si opposero all' installazione degli euromissili della NATO, risposta occidentale alla minaccia militare sovietica. Euromissili accettati invece dai principali partiti socialisti europei, liberi dal condizionamento sovietico.
Dunque per educare i nostri giovani alla libertà ed alla verità bisogna parlare loro di totalitarismo, anche comunista, e di antitotalitarismo.  Ma saprà fare questo chi ha gli scheletri nell' armadio, chi ha la coda di paglia?
L' educazione alla libertà ed alla verità non costa ma non trova spazio nei programmi di molti insegnanti. Almeno di questo Tremonti e Gelmini non sono responsabili.


Raccomandiamo a tutti, come agile ed intelligente introduzione alla storia dell' Italia contemporanea: Ernesto GALLI DELLA LOGGIA, Tre giorni nella storia d' Italia, ed. Il Mulino, 161 pagine, 10 euro

lunedì 6 settembre 2010

Si parte. Ascoltando critiche e proposte.

Cominciamo a costruire qualcosa insieme. Incontriamoci per conoscerci, per fare ed ascoltare critiche e proposte. Ci possono fermare solo i pregiudizi.
Ciao a tutti.