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mercoledì 22 settembre 2010

Cambiamo passo.

Parliamoci chiaro. Non stiamo facendo del nostro meglio. I telegiornali ci presentano un teatrino della politica che ci scoraggia. Quelli che sembravano amici si sono rivelati nemici. La strada da prendere sembra incerta.
Cosa fare? Bisogna tornare ai semplici forti ideali della discesa in campo di Silvio Berlusconi, della costituzione di Forza Italia. Occorre ritrovare quell' entusiasmo, quel coraggio di presentare le nostre idee tra la gente, al bar, in piazza, al lavoro.
Abbiamo espresso governanti di grande qualità. Con il presidente Berlusconi ogni giorno i ministri Tremonti, Frattini, Sacconi, Gelmini, Brunetta, Alfano lavorano duramente per fronteggiare una crisi che lo stesso Tremonti aveva nei suoi libri prevista da tempo.
Non abbiamo voluto noi questa globalizzazione impetuosa e senza regole. E' un fiume in piena che può travolgere chi non lo affronta con il massimo impegno. Noi fondiamo il nostro ottimismo sulle nostre tradizioni, sulle nostre radici. Non ci riconosciamo nei miti di cartapesta e negli stravaganti simboli che anche qualche amico ci propone. Le tradizioni che ci rendono forti sono quelle vere, solide, che abbiamo imparato ad apprezzare nelle nostre famiglie, in chiesa, in piazza, con chi conosciamo da sempre.
 Da qui partiamo per affrontare ma anche accogliere il nuovo, che spesso non abbiamo scelto. Con il nuovo dobbiamo fare i conti. Solo da esso possono venire quelle opportunità che i giovani ci chiedono.  Noi amiamo le nostre vie, le nostre piazze, i luoghi che ci hanno visti crescere. Ma essi non sono la nostra ossessione. Non ci impediscono di pensare al futuro dei nostri figli. Non devono diventare il recinto in cui far crescere povertà ed ignoranza.
Al lavoro dunque. Il futuro è aperto. 

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