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venerdì 26 novembre 2010

Non siamo fessi!

Scriviamo ancora su temi che ormai ci provocano la nausea. Tanto grande è il disgusto che proviamo di fronte alla cronaca politica di questi giorni. I responsabili storici dello sfascio italiano non si vergognano più di nulla. Fini, Bersani, Casini... ogni occasione è buona per rendere le istituzioni una palude. Si rovescia la verità. Si provoca senza pudore il discredito del paese all' estero. Si dà voce a chi vuole tornare alla spesa pubblica fuori controllo. Si cerca insistentemente di ribaltare a tavolino il risultato elettorale per costruire il governo degli sconfitti.

http://www.loccidentale.it/articolo/maldestro.0099162

Eppure la verità è testarda. E' di questi giorni una vicenda esemplare. Chi ha ceduto al terrore mafioso allentando la presa del carcere duro sui peggiori criminali? Il governo presieduto dal presidente Ciampi. Il suo ministro della giustizia Conso ha raccontato tutto. Altro che Berlusconi!

http://www.loccidentale.it/articolo/nel+%2793+lo+stato+cedette+alla+mafia%2C+ma+ai+professionisti+dell%27antimafia+interessa+solo+il+cav..0099074

Storia esemplare, appunto. Da prendere a modello per valutare correttamente quanto ci propinano continuamente i giornalisti di regime.
Insomma ci troviamo, noi che lavoriamo, risparmiamo, abbiamo cura della nostra famiglia, amiamo il nostro paese, da una parte, con il presidente Berlusconi. Dall' altra gli sfascisti, chi senza vergogna distrugge, provoca, schizza fango, pensando a noi elettori moderati come a un gregge di idioti, incapaci di individuare responsabilità, a tal punto privi di memoria da dimenticare vandalismi istituzionali, parole, nomi, facce spudorate. No! Noi non siamo fessi! Difendiamo con i denti la nostra libertà, i nostri diritti, la nostra famiglia, il nostro paese, i nostri risparmi di una vita. Non dimentichiamo e non dimenticheremo mai. Non passeranno su di noi per soddisfare le loro meschine ambizioni personali.
Tutti in piedi a difendere la libertà!

sabato 20 novembre 2010

Orientamento agli studi e alle professioni. Dal comune ci aspettiamo di più.

La presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, nel suo recente discorso a Modena, ha toccato anche il problema dell' insufficiente offerta di tecnici qualificati. Ne mancano più di 100.000.
I giovani, soprattutto le ragazze, scelgono i licei e l' università. Ma alla fine di questo percorso scolastico è sempre più difficile ottenere la posizione lavorativa corrispondente.
Le ragioni di questo mancato incontro tra domanda e offerta sono diverse. Ma certamente l' inadeguato orientamento e la scarsa informazione sono molto importanti. Bisogna parlare chiaro a giovani e famiglie: i nostri licei e le nostre università, costosi e con troppi insegnanti, spesso non sono in grado di offrire buone prospettive quanto alla professione ed al reddito. E non solo per la loro inefficienza. Va chiaramente detto che il mercato del lavoro non può assorbire un numero elevato di laureati in materie  troppo lontane dalle esigenze dell' apparato produttivo.
Il comune, dopo la scuola una delle istituzioni  pubbliche più vicine ai giovani ed alle loro famiglie, deve fare di più per indirizzarli a scelte più consapevoli e realisticamente promettenti. Si ha invece l' impressione che le nostre amministrazioni comunali preferiscano la propaganda all' informazione. Quando la verità non porta facili consensi la nostra sinistra preferisce spacciare bugie e illusioni.
Dei tagli ministeriali alla scuola abbiamo già parlato. Abbiamo visto che i tagli  determinano direttamente servizi più scadenti solo in assenza di sperperi e inefficienze. Perchè altrimenti riducendo lo sperpero di denaro pubblico si possono assicurare almeno gli stessi servizi.
Rimane da dire qualcosa sull' educazione dei nostri giovani e sul loro senso civico, di cui sono ancora grazie a Dio largamente responsabili le famiglie. Vediamo troppi edifici scolastici deturpati o addirittura devastati da chi invece dovrebbe frequentarli per imparare. Le riparazioni costano. Quante ore di laboratorio e quanto materiale didattico si perdono o non si possono ottenere per colpa dei nostri imberbi vandali?

venerdì 12 novembre 2010

La posta in gioco.

Gli italiani erano berlusconiani ancora prima dell' impegno politico di Berlusconi e della nascita di Forza Italia.
Perchè da molti decenni i moderati, i liberali, gli uomini e le donne che riconoscono ed apprezzano le radici cristiane della nostra libertà e dei nostri diritti, che pongono al centro dei loro affetti la famiglia, che lavorano duramente e sono preoccupati per i loro risparmi, costituiscono nel paese una solida maggioranza.
Silvio Berlusconi ha riunito i moderati e i liberali italiani, ha dato loro una casa comune capace di essere strumento vincente, prima con la formazione di Forza Italia poi con la costituzione del PdL. Ha dato ai cittadini la possibilità di scegliere il loro governo.
Per questo sinistra e magistrati politicizzati, poteri forti, burocrazia parassitaria e politicanti di professione hanno concentrato i loro attacchi su di lui.

Oggi come sempre dobbiamo partire dai nostri affetti e dai nostri valori. Oggi come sempre sono in gioco la nostra famiglia e il suo futuro, i nostri risparmi, i nostri diritti, la nostra libertà, la nostra sicurezza. La nostra solidarietà con Silvio Berlusconi e la nostra riconoscenza sono atti di fedeltà verso questi nostri valori tradizionali.
Siamo ad un passaggio decisivo della nostra storia. Lo scontro si fa durissimo. Chi è tentato di cedere sappia che così domani la risalita sarebbe più dura. Con Berlusconi collaborano uomini e donne capaci e leali: Frattini, Tremonti, Alfano, Sacconi, Gelmini, Brunetta. Con il presidente costituiscono per noi un solido punto di riferimento politico. Berlusconi non è solo.
Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte. Ognuno di noi fa la differenza. Tutti siamo importanti. Ogni occasione nella nostra giornata deve essere sfruttata per contrastare veleni e menzogne.
Il futuro è aperto. E' nelle nostre mani.
Tutti in piedi a difendere la libertà!

lunedì 8 novembre 2010

Autonomie locali. Nel proprio comune i cittadini imparano a diventare amministratori.

Tocqueville, uno dei grandi padri del pensiero liberale, ha lucidamente spiegato nella Democrazia in America l' importanza delle autonomie locali proprio per la formazione di un cittadino responsabile.
Nell' età della globalizzazione  le nostre democrazie libere sono chiamate a confrontarsi, come sistemi paese, con regimi autoritari, come quello cinese, caratterizzati da un processo decisionale pubblico capace di produrre e realizzare progetti a lungo termine, superando resistenze che noi consideriamo legittime e giustificate.
Esiste insomma un problema di efficienza della democrazia libera, che può essere affrontato con successo solo se i cittadini stessi, che giudicano con il loro voto, acquistano consapevolezza delle vere questioni da risolvere.

E' proprio nei comuni, nelle più modeste manifestazioni  dell' autonomia locale, che il cittadino può imparare ad esercitare la funzione di amministratore pubblico. Può toccare con mano la necessità di fissare sagge priorità, di evitare lo sperpero del denaro pubblico, di conseguire uno stile amministrativo sobrio, che limiti l' intervento pubblico a ciò che i privati non possono o non vogliono fare meglio. E' impossibile raggiungere questi obiettivi senza una reale autonomia finanziaria. Gli amministratori che spendono devono essere tenuti anche a chiedere direttamente ai loro concittadini le corrispondenti risorse finanziarie. Se l' amministratore locale appare "buono" perchè spende, mentre il governo centrale appare "cattivo" perchè tassa e "taglia", una corretta gestione della finanza pubblica è impossibile.
Ma occorre anche un preciso impegno delle forze politiche locali a farsi una concorrenza virtuosa, diretta a conseguire una buona e corretta amministrazione e, appunto, ad avvicinare i cittadini ai  problemi che l' amministrazione stessa quotidianamente incontra. Una democrazia libera si affida al giudizio dei propri cittadini, che in questo modo sono chiamati ad essere essi stessi pubblici amministratori. Essi devono trovare nell' amministrazione locale l' occasione per imparare a svolgere un compito fodamentale.
Perfino il governatore della Banca d' Italia sembra unirsi al coro di chi alza cortine di nebbia per coprire responsabilità e difficoltà:

http://www.loccidentale.it/articolo/lavoro+e+produttivit%C3%A0%2C+anche+draghi+cade+nella+trappola+dei+luoghi+comuni.0098271

Nasca invece dai comuni, dalle circoscrizioni, dai comitati, dalle associazioni una nuova consapevolezza. Siano i cittadini stessi a chiedere quel buon governo che solo può risolvere i problemi che ci assillano e sempre più altrimenti assilleranno i nostri giovani.
L' onestà intellettuale può trasformarsi in buona amministrazione anche nelle democrazie libere. Leggiamo questo articolo del secondo presidente della Repubblica italiana, Luigi Einaudi. Così un grande intellettuale lavora per costruire un grande paese:

http://www.nuovorealismo.it/testi/C2006einaudi_proporzionale.asp


mercoledì 3 novembre 2010

Francamente ce ne infischiamo!

Stampa di regime scatenata. Magistrati attivissimi. Censori di professione che scuotono la testa. Austeri statisti che lanciano proclami per la salvezza della repubblica.

F R A N C A M E N T E   C E    N E   I N F I S C H I A M O  ! ! ! ! ! 

Non accettiamo lezioni di moralità da chi prendeva ordini e soldi dai sovietici, da chi ha devastato le finanze pubbliche e la pubblica amministrazione, da chi ha trasformato la scuola pubblica in una fabbrica di ignoranti, da chi vuole in galera i carabinieri invece dei terroristi e dei mafiosi, da chi non vuole inceneritori e discariche e non fa la raccolta differenziata ma poi si lamenta dell' immondizia che si accumula nelle strade.
Non facciamoci prendere in giro!

Per una controinformazione e una po' di aria pulita andiamo qui:

http://www.legnostorto.com/

http://www.loccidentale.it/ 

http://www.ragionpolitica.it/

http://www.ilvelino.it/