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giovedì 21 ottobre 2010

Il presidente Berlusconi suona la sveglia al PdL.

Il presidente Berlusconi ha posto il PdL di fronte alle sue responsabilità. Mentre il governo ha ben operato, fronteggiando la crisi con fermezza ed efficacia, il partito è rimasto indietro. Resta insufficiente il radicamento nel territorio, la presenza tra la gente, la capacità di spiegare e di proporre.
Dobbiamo rispondere al richiamo del presidente. Prima di tutto confermandogli le nostre stima, lealtà, gratitudine e solidarietà. Poi replicando ad acune critiche fatte a Berlusconi anche da autorevoli intellettuali di area liberale.
Si è a lui rimproverato di non aver costruito un solido partito tradizionale e di non aver stimolata la formazione di un valido gruppo dirigente. Ma si tratta di accuse del tutto infondate. Berlusconi ha scelto persone di grande valore per il suo governo. Frattini, Tremonti, Alfano, Sacconi, Gelmini, Brunetta, Valducci.
Hanno dimostrato con i fatti, ogni giorno, capacità e lealtà. Collaborano con il presidente Berlusconi nel governo e sono una grande ricchezza anche per il partito. Costituiscono un solido punto di riferimento politico per militanti e simpatizzanti, al fianco di Berlusconi. 
Che non ha costruito un partito tradizionale per validissime ragioni. Un partito tradizionale sarebbe diventato presto preda di politicanti maestri nel gioco delle tessere, pronti a frapporsi tra il partito stesso e quei cittadini che i politici sono invece chiamati a servire nell' interesse del paese.
Dobbiamo dunque continuare la costruzione di un partito nuovo, leggero, aperto anche all' impegno dei simpatizzanti non iscritti, dove non ci sia posto per politicanti privi di genuine motivazioni ideali. Questo partito nuovo deve mettere solide radici nel territorio, addirittura più dei vecchi partiti.
L' obiettivo di radicare il grande partito dei liberali e dei moderati nel nostro territorio è reso difficile dall' ostilità del potere rosso, della sua rete clientelare, ma anche di tante persone in buona fede. Proprio sulla loro buona fede e sulla loro intelligenza contiamo. Sapranno superare pregiudizi e resistere alla disinformazione, valutando con obiettività le proposte di chi qui più che altrove rappresenta il nuovo, la possibilità di superare un sistema di potere che soffoca insieme coscienze, imprese e lavoro.
Presentiamo la nostra capacità di coniugare modernità e tradizione, il nostro affetto per il territorio che ci ospita unito al rifiuto delle ossessioni identitarie, la nostra attenzione particolare per il lavoro, le imprese, la famiglia. Il consenso non mancherà.

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