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martedì 25 gennaio 2011

Il ministro degli esteri Frattini commenta la prolusione del cardinal Bagnasco. Intervista concessa al Corriere della Sera.

http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Interviste/2011/01/20110125_FrattiniBagnasco.htm



"Ci sono dubbi sulla quantità di indagini"
Roma 25 Gennaio 2011
Corriere della Sera
Paola Di Caro


ROMA — Ministro Franco Frattini, da cattolico e uomo di governo, che impressione le hanno fatto le parole del Cardinal Bagnasco?
«E’ stato un discorso positivo, molto alto, del quale si finisce per trascurare la parte più interessante, quella della religiosità del nostro Paese, della persecuzione dei cristiani e del riconoscimento di quanto l'Italia ha fatto per contrastarla».
Ma del passaggio più politico, sullo «sgomento» dell'opinione pubblica, cosa pensa?
«Un cristiano riconosce nella Chiesa il magistero morale, l'autorità che ha il dovere di fare richiami alla moralità, all'etica pubblica, contro il facile arricchimento, il consumismo...».
Bagnasco chiede anche «sobrietà, disciplina e onore» a chi ricopre una carica pubblica...
«Certamente, è naturale che si indichino e correggano comportamenti che dal punto di vista della Chiesa devono essere coerenti con quelli richiesti a un buon cristiano. Ci sono cose che un Vescovo deve dire. Ma non è lecito — come invece è stato fatto con le parole del Cardinal Bertone, perfino con quelle del Santo Padre — strumentalizzare la voce della Chiesa e usarla per propri interessi di parte. Tanto più quando, come nella prolusione, si sollevano dubbi su una quantità di indagini investigative sulla cui qualità, per noi, c'è davvero molto da ridire».
Lei pone l'accento su quella che appare una bacchettata ai pm di Milano, ma l'invito al decoro e alla moralità dei comportamenti che sembra rivolto a Berlusconi non è un monito pesante se rivolto a un leader cattolico?
«Lo sarebbe se fosse vero il teorema che dà per colpevole Berlusconi di colpe che non sono assolutamente provate. Un monito mi colpisce se so di aver agito in maniera immorale. Ma se sono convinto — e Berlusconi lo è — che non ho fatto niente di male, non posso sentirmi oggetto di una censura. E d'altra parte, lo stesso cardinal Bagnasco parla di "squarci — veri o presunti — di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza", non li dà per fatti acquisiti».
Ma lei, al di là dell'esito giudiziario di questa vicenda, da cattolico non prova disagio per quello che emerge dalle intercettazioni?
«Ho parlato con Berlusconi più volte: mi ha assicurato che non ha mai pagato donne, che non è mai stato con una minorenne. Trovo le sue tesi verosimili, gli credo. Poi ho letto anch'io intercettazioni di ragazze che si muovevano con assoluta leggerezza, di familiari che le incitavano a "farsi sotto": se fossero provate, sarebbero parole che indicano un quadro di atteggiamenti a dir poco spregiudicati. Ma a parte il fatto che da qui a parlare di prostituzione ce ne corre, mi chiedo: chi lo dice che il responsabile di tutto questo sia il premier? Trarre da un materiale fatto di parole e di smentite e di contraddizioni una sentenza di colpevolezza è aberrante».
II cardinal Bagnasco esprime però anche una preoccupazione molto politica per un Paese quasi paralizzato dagli scontri tra istituzioni che si fanno «tranelli»: non la preoccupa un'analisi del genere?
«Molto, e vi riconosco la stessa preoccupazione del capo dello Stato, che condivido. Come condivido l'appello lanciato dal ministro Maroni sul Corriere perché ci si fermi tutti e si guardi all'interesse del Paese. Ma purtroppo è già caduto nel vuoto, perché dall'altra parte ci rispondono "prima Berlusconi se ne vada poi si discute"».
Richiesta inaccettabile per il Pdl?
«Inaccettabile perché, se si deve arrivare a un rapporto di rispetto reciproco tra le istituzioni, bisogna che tra queste sia compresa anche la presidenza del Consiglio oltre al Quirinale o alla presidenza della Camera. E’ inaccettabile soprattutto perché Berlusconi è il presidente del Consiglio voluto dagli italiani: Casini dovrebbe sapere che le conventio ad excludendum fanno sempre perdere voti, e il giustizialismo al quale oggi lui si affida contraddice tutto quello in cui ha detto di credere finora».
Non ritiene però che se Berlusconi avesse fatto un passo -- qualche ammissione, qualche confessione di umana fragilità come gli ha suggerito Ferrara — íl clima oggi sarebbe diverso?
«Ma cosa avrebbe dovuto fare Berlusconi, ammettere colpe che non ha? E il luogo dove potersi esprimere quale sarebbe? Parlerà quando avrà davanti a sé un giudice competente».
Intanto la maggioranza rischia sul federalismo: si consumerà su questo terreno la rottura che può portare al voto?
«Il ministro Calderoli sta migliorando il testo sul federalismo e toglierà l'alibi a chi non vuole approvarlo. Ma dubito davvero che, alla fine, l'opposizione si assumerà la responsabilità di bocciare il federalismo regalandoci un formidabile strumento per la campagna elettorale. Tireranno la corda, ma non la romperanno».
E se in commissione Bicamerale mancassero i voti?
«Noi i voti li esigiamo in Parlamento. Non portiamo certo il Paese alle urne per la scelta di una pur rispettabile commissione...».






PdL COMPATTO A DIFESA DELLE ISTITUZIONI E DELLA VERITA'



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